Ringrazio gli organizzatori per l’invito e vi parlo a nome dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti, e in particolare del suo Movimento Giovani al cui interno stiamo cercando di raccogliere, selezionare e rafforzare una nuova classe di leader che vivano come riferimento la Dottrina sociale della Chiesa.
Il PNRR dedica una parte importante della propria dotazione economica alla transizione ecologica (circa 1/3 del piano, 59,47 mld), oggi secondo noi è necessario rimodulare le politiche per la sostenibilità, in Italia e nel resto del mondo occidentale, affinché siano guidate non più da teorie di tipo malthusiano, tutte empiricamente smentite, bensì da una ecologia integrale, che in sé ricomprenda anche una ecologia dell’umano (non meno micidiali dell’emissione di co2 sono il calo delle nascite, le nuove povertà, l’assenza di opportunità che consentano ai giovani di mettere a frutto i loro talenti): l’Istat, come è stato già riferito, dichiara che l’Italia, con le attuali 400 mila nascite l’anno, è destinato a regredire ad un Paese con 30 milioni di abitanti di abitanti, un dato che avrebbe ripercussioni devastanti sui consumi e sulla capacità del tessuto economico-produttivo di investire e di innovarsi, anche grazie all’apporto delle nuove generazioni.
Oggi occorre che l’Italia si faccia capofila di un nuovo modello di sviluppo sostenibile, basato sull’ecologia integrale: sotto questo profilo, dobbiamo ribadire che le nostre imprese si prendono cura del futuro non solo quando riducono le emissioni inquinanti, ma anche quando orientano i propri modelli organizzativi e modificano le loro politiche di welfare per consentire alla vita di continuare e all’economia di domani di prosperare.
Le nostre imprese possono svolgere un ruolo chiave, a patto che la sostenibilità sia declinata nella prospettiva dell’ecologia integrale: per questo chiediamo al decisore pubblico il riconoscimento del ruolo sociale delle imprese e la più ampia valorizzazione, a partire dalle norme che regolano i nostri bilanci, dei beni cosiddetti intangibili: creando occupazione, facendo formazione, investendo in capitale umano, sviluppando nuove forme innovative di welfare, incubando start-up, le nostre imprese svolgono un ruolo non solo privato ma anche pubblico.
Questo è peraltro l’insegnamento di sempre della dottrina sociale della Chiesa. Pensiamo a quelle fondamentali imprese in un’economia complessa che sono le banche: oggi andiamo verso l’uniformazione delle banche popolari e di credito cooperativo al modello delle società per azioni: occorre difendere la “biodiversità” del sistema creditizio e quelle banche di prossimità, nate dalla nostra tradizione sociale, da sempre attente alla persona, al territorio e alla comunità, anche rafforzando e perfezionando strumenti inclusivi come il microcredito.
Occorre che, nella fase della messa a terra, il PNRR dia un concreto aiuto a quelle aziende che si prendono cura del futuro di tutti e che consenta la transizione verso un nuovo modello di economia, improntato a quell’umanesimo del lavoro che è nel dna di ogni vero buon imprenditore, che oggi tuttavia sopporta i costi di tutto questo e si trova spesso a competere non con altri buoni imprenditori ma con speculatori, una distinzione molto cara al Santo Padre.
Noi giovani imprenditori, manager, professionisti appartenenti alle diverse categorie produttive, abbiamo ben presente che si tratta del nostro futuro e che la nostra responsabilità è grande. La concertazione con le nuove generazioni è la strada obbligata: si tratta di prendere decisioni oggi che impatteranno sul futuro, il nostro. Serve un patto generazionale non solo affinché il PNRR non diventi l’ennesima occasione mancata, ma per gettare le basi di una nuova economia e di uno sviluppo che sia duraturo, integrale ed umano, in cui le nostre imprese potrebbero offrire tanti esempi – Safiria alcuni li ha anche raccontati* – ma spesso la nostra voce è inascoltata: speriamo anche attraverso la maternità della Chiesa e anche grazie all’Agenda che oggi presentiamo di poter far sentire di più questa voce.
* Safiria Leccese – La ricchezza del bene. Storie di imprenditori fra anima e business. TS 2020