Roma, 9 marzo 2023 – “Una pericolosa ideologia di importazione americana vorrebbe bloccare lo sviluppo ormonale dei minori con la farmacologia affinché scelgano liberamente il sesso in cui rimanere o verso il quale transitare. Troppo spesso i centri per il cambio di sesso non sanno tutelare i giovani, che vanno accolti e seguiti con pazienza e prudenza di fronte a simili dilemmi personali senza rifugiarsi in scorciatoie dalle quali non si può più tornare indietro”.
Così, in una nota, il forum di circa cento associazioni “Ditelo Sui Tetti”, commenta l’annuncio del governatore del Veneto di aver avallato la realizzazione del centro regionale per il cambio del sesso, definito dal proponente una scelta di civiltà.
“Non discutiamo -spiega il coordinatore Domenico Menorello- che, come dice il governatore Zaia, esista (la si condivida o meno) una legge che consente in casi eccezionali il cambio del genere sessuale e che servano strutture sanitarie adeguate a un compito tanto complesso. Ma il punto è un altro: tante nostre associazioni stanno seguendo, con enormi difficoltà, un numero sempre crescente di giovani, che si rendono conto di aver dato credito troppo sbrigativamente a soluzioni come questa, dando corpo a quel monito lanciato dalla Società Psicoanalitica Italiana in una nota del 12 gennaio scorso, quando, fra l’altro, avvisava il Ministero della Salute che “solo una parte minoritaria dei ragazzi che dichiarano di non identificarsi con il loro sesso conferma questa posizione nell’adolescenza, dopo la pubertà”. Ma spesso le decisioni affrettate sono state incoraggiate proprio da <centri specializzati>, quando la prudenza e la cautela avrebbero dovuto invece essere le stelle polari, dal momento che si tratta di iter senza ritorno. Abbiamo, cioè, presente tanti casi concreti in cui proprio presunti ‘centri specializzati’ sono condizionati soprattutto dalle prepotenti esigenze dell’imperante moda dell’ideologia gender, rimanendo ben lontani dall’usare una adeguata attenzione umana, professionale, psicologica e sanitaria di fronte ai drammi e alle difficoltà di alcuni giovani, anticipando superficialmente percorsi di transizione di genere e dunque modifiche irreversibili al corpo e alla struttura esistenziale di minori”.
“Invece, dovrebbero essere una attenzione massima e una intelligente prudenza a guidare, in primis, le valutazioni e le conseguenti scelte sul tema della sessualità e del rapporto con sé stessi: ecco la civiltà con la ‘C’ maiuscola cui innanzitutto le istituzioni devono guardare – aggiunge la nota “Sui tetti” – E se tale rispetto non dovesse essere innanzitutto delle strutture pubbliche, ciò darebbe corso a un troppo grave input dell’istituzione pubblica verso questa grave discesa antropologica. Senza adeguate garanzie, cioè, la stessa sanità pubblica diverrebbe la più pericolosa anticamera al tentativo in corso di ‘colonizzazione ideologica’ nella società e, in particolare, nelle scuole, da parte di chi, attraverso la teoria gender, nega l’oggettività della realtà e il suo significato per l’esistenza, mirando all’affermazione di una nuova antropologia. Quali tutele offre l’iniziativa della Giunta Zaia per una adeguata attenzione verso i minori, spesso indotti a intraprendere simili percorsi senza riflettere con una sufficiente ponderatezza? Quali garanzie offre di non diventare un (pre)potente avamposto di un’ideologia di riduzione della persona? Su questi essenziali interrogativi -concludono- chiediamo un incontro urgente con il Presidente Zaia e gli domandiamo di non procedere senza risposte chiare che assicurino la vera ‘civiltà’, quella che sta dalla parte dei più fragili”.