“Il Partito Democratico, con un esplicito diktat politico della sua segreteria, ha preteso che il consiglio regionale della Toscana approvasse la prima legge regionale, la quale, contro gli artt. 2, 32 e 117 della Costituzione e contro la sentenza 242/2019 della Corte costituzionale, introduce l’obbligo degli ospedali pubblici di anticipare la morte di malati” – così in una nota il network di oltre cento associazioni «Ditelo sui tetti». “Senza alcuna competenza, è stata imposta alla società toscana (e non solo) una legge che verrà certamente bocciata dalla Consulta. Una Regione che nemmeno garantisce a tutti adeguate cure palliative, si rifugia nel tunnel ideologico di un iper-individualismo indicato per legge, secondo cui la vita debole non ha valore, perciò, lasciando spazio al concreto pericolo che il servizio sanitario regionale non protegga i più fragili”.
“E’ un fatto molto grave, palesemente incostituzionale e strumentale, se solo si pensa che la stessa Toscana aveva impugnato avanti alla Corte costituzionale la c.d. «autonomia differenziata» della legge n. 8/24 paventando l’«accrescere di disparità tra i territori» per maggiori poteri regionali sulle «casse rurali», ma ora inaugura il federalismo della cura, dello scarto e della morte”.
“Quanto successo non si può più affrontare con il silenzio tenuto sulla questione antropologica anche da tanti cattolici. Quanto successo deve piuttosto impegnare ancora di più tutti noi – prosegue il coordinatore Domenico Menorello- a saper offrire pubblicamente, come era stato richiesto anche dagli inascoltati vescovi della Toscana, l’alternativa a questo triste individualismo, verso cui certo potere vuole condizionare con le leve della legge la società, ricomprendendo e riproponendo ad ogni livello, con rinnovati stupore ed entusiasmo, una concezione dell’uomo più ragionevole e più adeguata perché tesa ad accogliere quella Speranza che mai non muore mai. Soprattutto nel dolore”.
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