NETWORK “SUI TETTI”: DAL PRESIDENTE DEL VENETO CI SI ASPETTA DAVVERO UN RUOLO ISTITUZIONALE, MA PER SCONGIURARE L’ABBANDONO DEI FRAGILI.

“Il presidente Zaia contesta il Patriarca di Venezia facendo espressamente leva sul suo «ruolo istituzionale» – si legge in una nota del network di oltre cento associazioni «Ditelo sui tetti». “Ma il presidente del Veneto -proseguono le associazioni- sa bene non solo che il parlamento nazionale sta lavorando a un testo di legge quanto più condiviso, ma anche, e soprattutto, che, a differenza di quanto perentoriamente afferma, la Consulta non ha affatto stabilito un «diritto» dei cittadini cui debba corrispondere un «dovere» del servizio sanitario pubblico di dare la morte ai malati”. “La sentenza 242/2019 della Corte costituzionale – ricorda il coordinatore Domenico Menorello – ha piuttosto definito come non punibile con la reclusione l’atto di accompagnamento a morte, da chiunque compiuto, in alcune eccezionali circostanze del fine vita, spesso sovrapponibili a quella zona grigia in cui paziente, medico, familiari, a domicilio o altrove, vogliono evitare accanimento terapeutico. Non esiste, quindi, un esteso «diritto» con relativa «procedura» del servizio sanitario, che, se così fosse, ne risulterebbe indebolito nel suo orientamento alla vita, con il concreto pericolo di attenuazione della cura di anziani, fragili, disabili cui devono garantirsi terapie palliative e assidua assistenza domiciliare, che, invece, nemmeno il Veneto assicura in modo adeguato al bisogno!”. “Mi auguro – conclude il network – che, proprio per il suo ruolo istituzionale, il presidente della giunta non voglia ulteriormente dividere la società veneta a dispetto, oltretutto, della volontà del suo parlamento eletto”.