L’immigrazione si colloca in un contesto internazionale legato a dei persistenti squilibri economici, sociali e politici, che accomunano i paesi ricchi e quelli poveri. Nello stato attuale un po’ tutti i paesi del mondo si trovano a confrontarsi con questo fenomeno. Maggiormente ora durante la crisi ucraina, l’Europa e la nostra nazione devono essere pronte a fronteggiare l’emergenza umanitaria.
Sono 272 milioni i migranti nel mondo, di cui 80 milioni sono migranti forzati, un numero raddoppiato negli ultimi dieci anni. Il 40% di questi è composto da minorenni. Sono 26 milioni nel mondo i rifugiati politici mentre 4,2 milioni sono i richiedenti asilo.
In Italia a fine 2018 gli immigrati irregolari erano 562 mila, a fine 2019 sono cresciuti fino a 610 mila, trend che ha continuato a crescere nel 2020. Nell’estate 2020, in base al numero di domande presentate, circa 220.500 immigrati clandestini sono stati regolarizzati.
In Italia a giugno 2020, le persone presenti nei Centri di Accoglienza è pari a 84.445.
I nostri obiettivi contingenti sono:
Immigrazione: proporre un’agenda. Sul presupposto della chiara distinzione fra migranti in fuga da contesti di persecuzione o di guerre, e di migranti per motivi economici, appare urgente che il Governo si faccia promotore in sede europea e in collaborazione con l’UNHCR:
- a) di missioni permanenti nei luoghi delle partenze, o di transito, dei flussi per esaminare ivi le domande di riconoscimento dello status di rifugiati, e quindi consentire un viaggio in sicurezza a coloro cui il riconoscimento sia accordato;
- b) di un accordo teso alla distribuzione dei profughi fra i vari Paesi dell’Ue, in proporzione alla popolazione e alla estensione territoriale di ciascuno; c) di riaccompagnamenti assistiti di coloro cui lo status di rifugiato non viene accordato nei Paesi di rispettiva provenienza;
- d) di accordi con i Paesi di origine e di transito per favorire flussi di ingressi regolari di migranti economici, in necessario collegamento col controllo da parte loro delle proprie frontiere.
Immigrazione: sui richiedenti asilo. Vanno snellite le procedure amministrative e giudiziarie per l’inserimento dei richiedenti asilo nei circuiti lavorativi e di assistenza, incrementando le risorse a ciò dirette.
Immigrazione: sui minori. a) Si chiede una maggiore apertura delle strutture che accolgono i minori non accompagnati verso le Comunità territoriali, attraverso associazioni qualificate e competenti, per promuovere l’accoglienza e l’integrazione territoriale. b) Vista anche l’attuale crisi umanitaria, è indispensabile promuovere l’affido internazionale come strumento si aiuto per migliaia di bambini al fine di recuperare una stabilità psico-fisica.
Immigrazione: sui centri SAI. Va avviata una revisione dei programmi d’informazione, formazione, accompagnamento, assistenza e orientamento attuati nei Centri SAI per i richiedenti asilo e rifugiati, cosi come devono effettuarsi maggiori controlli di qualità su chi gestisce l’accoglienza nei Centri SAI.
Pericolo tratta. Urge l’applicazione continuativa e omogenea sull’intero territorio nazionale della normativa sulla tratta, favorendo in particolare i percorsi di uscita dalla prostituzione forzata delle vittime di tali traffici, anche in collaborazione col volontariato a ciò dedicato.
Prevedere la maternità surrogata come reato internazionale. A seguito della sentenza delle SS.UU. del 31.3.2021 diviene urgente rendere delitto internazionale l’utero in affitto per evitare anche in Italia la “commercializzazione” di bambini e di donne.
Sensibilizzare quindi ad una maggiore cultura dell’accoglienza, del rispetto dei diritti umani e della legalità. Offrire programmi per contrastare ogni forma di tratta di esseri umani. Incidere sulle politiche di cooperazione internazionale. Proporre azioni mirate ad implementare la legislazione vigente al fine di ottenere maggiore sicurezza per i cittadini e una maggiore efficacia di programmi di aiuto.
Come affermato dal Santo Padre: «il “miracolo” della cooperazione è una strategia di squadra che apre un varco nel muro della folla indifferente che esclude chi è più debole.»